Una nuova figura: “il parent-child supporter”

In Italia, anche se il giudice, nel corso delle separazioni coniugali, optasse per l’affidamento dei minori “condiviso fra i genitori”, si scatena quasi sempre la vergognosa guerra, da cui può scaturire  il rifiuto (ma quanto spontaneo?) del bambino di stare alternativamente con uno dei due genitori. Assistiamo dunque  alla solita storia di ricatti con  bambini ostaggio di uno dei due coniugi quando i rapporti restano o diventano conflittuali. Il problema è rappresentato dal danno psicologico  subìto dai minori che può  trascinarsi  fino all’età adulta a causa della protratta  carenza affettiva senza il necessario sostegno anche educativo che spetta ad entrambi. Il pediatra, quando la coppia va in crisi, nota, durante le visite,  il cambiamento di umore e di atteggiamento del bambino compreso lo scadimento del rendimento scolastico se in età scolare. Si tratta di segnali forti che esprimono un disagio legato anche al fatto che spesso il bambino pensa di essere lui la causa delle liti alle quali ha assistito o assiste all’interno delle mura domestiche.

Noi dell’ANABO desideriamo segnalare tale situazione psicologica, da non sottovalutare, prendendo spunto dal Convegno che si è svolto  a Roma nella sala Protomoteca del Campidoglio il 15.6.2018 organizzato dalla psicoterapeuta familiare Maddalena Cialdella, CTU presso il Tribunale di Roma e presidente di AIRES  e dall’Associazione Avvocati Matrimonialisti. Il fenomeno della degenerazione del rapporto fra genitori e figli si chiama “alienazione parentale” che purtroppo è in costante aumento. Utile dunque il CTU, tradizionale figura professionale che dovrebbe essere sempre affiancata dal parent-child  supporter (pcs),  esperto in relazioni familiari.  Ma qual’è la funzione del pcs, che ruolo svolge?  Dovrebbe essere quello di facilitare i rapporti fra coniugi. Tale figura sarà presto acquisita dal Comune di Roma, secondo l’Assessore capitolino L. Baldassarre, intervenuta al convegno insieme al Presidente degli avvocati matrimonialisti il Prof. Gian Ettore Gassani, che ha auspicato una presa di coscienza da parte dei genitori i quali devono capire che un bambino non può essere orfano di un padre “vivo e vegeto” e disponibile ad assumersi quelle che vengono definite responsabilità genitoriali. Ma occorre una rivoluzione culturale che metta al centro dell’attenzione il benessere psicofisico del minore (come sosteniamo da sempre noi pediatri) perchè – dice il presidente Gassani – egli troppo spesso viene trattato alla stregua di un bottino di guerra. Purtroppo l’Italia, a differenza di altri Paesi Europei, è indietro. Infatti fuori dal nostro Paese l’affidamento condiviso è una conquista apprezzata e un valore rispettato.  Secondo i relatori è però necessario che svolgano meglio il proprio delicato lavoro i mass media che troppo spesso dimenticano le regole fondamentali sancite nel 1990 dalla Carta di Treviso – documento sottoscritto dalla Federazione della stampa, dall’Ordine dei giornalisti e da Telefono azzurro  – che impegna i giornalisti italiani a norme di comportamento deontologicamente corrette nei confronti dei bambini.

NDR: ben venga anche “il parent child supporter” nella speranza che  questa nuova figura professionale contribuisca a evitare che i problemi conflittuali genitoriali ricadano, con le gravissime conseguenze a noi tutti note, che oggi psicologi e NPI sono frequentemente costretti ad affrontare per recuperare gli incolpevoli bambini, vittime delle frustrazioni  e dell’inadeguatezza dei genitori.

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